Il villaggio di Mgolole

Tanzania 8 – 23 giugno 2017

“Terra Rossa”: Appunti e riflessioni di viaggio a cura di Bruna Danese Piubello

Sotto un sole cocente – in Africa quando il sole c’è picchia alla grande – siamo ritornati all’Amabilis per il pranzo ed un riposino ristoratore. Io comunque non dormo, penso e penso a quanto è stato fatto in questi 18 anni. Penso a tutti i volontari che si sono succeduti e tutti hanno dato, a loro modo, un contributo al Bonde Dogo prima, poi al Mtoto Mzuri ed ora alla Onlus Voci e Volti. Ci possono essere state delle divergenze d’opinione, a volte, magari degli scontri, ma si è sempre cercato di trovare la strada per rimettersi in gioco meglio di prima, mettendo al primo posto non la nostra persona, ma l’obiettivo finale.

Penso ai tanti luoghi visitati, ai progetti iniziati, a quelli che solo con l’esborso di una “certa quota” sono stati sostenuti una tantum. Mi viene in mente quando l’allora Mama mkuu (madre generale) Sister Pudensiana ci portò a vedere un terreno, a Nane Nane, nei pressi di Morogoro, dove era sua intenzione costruire un dispensario farmaceutico. Ci guardammo negli occhi, e decidemmo di comperare noi quel terreno. La Sister poi trovò altri finanziatori per la sua realizzazione ed ora c’è, serve allo scopo. Oltre all’enunciato più sopra in fatto di “meditazione circa i progetti da sostenere”, nell’oggi non potremmo più agire così, anche per una questione finanziaria. Infatti, risulta sempre più difficile reperire fondi; la realtà economica attuale del nostro Bel Paese, non è più così florida e famiglie ed aziende, tolta qualche eccezione, sono sempre meno disposte ad elargire somme importanti.

 

Eccoci nuovamente a Mgolole, tappa al polo scolastico.

A me sale subito un grosso groppo in gola. Avremo faticato, qualche volta urlato al mondo, pianto, ci siamo battuti…ma qual risultato! La scuola secondaria, che ricordo doveva essere sia secondaria che primaria ma che poi, in fase di costruzione, erano sorte nuove regole ed avevamo dovuto decidere di farla divenire tutta scuola secondaria, è sempre bellissima. scuola secondaria mgololeTra l’altro l’hanno appena ridipinta con colori tra il blu ed il giallino, le siepi tutte tagliate, i fiori a fare da corolla al bellissimo giardino terrazzato. Il cielo oggi era di un azzurro limpidissimo e quindi le foto scattate risultano essere una meraviglia. Ci sentiamo tutti emozionati: noi quattro perché l’avevamo fortemente voluta ed abbiamo sudato non sette, ma cento camicie per realizzarla. Nadia che continua ad elogiarci e questo ci fa molto piacere. La Sister che se ne occupa, come di consuetudine, ci porta nell’ufficio dove c’è il libro per gli ospiti che iniziava….l’8 settembre 2007, giorno dell’inaugurazione, che noi ricordiamo con molta gioia!

Mgolole scuola secondariaVedere che ciò che è stato prima chiesto, pensato, realizzato, ora serve ad oltre 500 ragazzi, di cui una settantina non paganti (era quello che volevamo e chiesto a gran voce), fa star bene, ti fa capire che hai camminato su un sentiero magari tortuoso, che a volte lo zaino era pesante da portare e che ti ha fatto arrivare alla cima stanchi, ma da dove si gode di una vista spettacolare. Ecco, noi questo polo lo vediamo così, dalla cima, e lo vediamo bellissimo!

 

 

Attiguo c’è il capostipite del Mtoto Mzuri: l’asilo, il cechecea.

asilo a MgololeCostruito tra il 2003 ed il 2005, inaugurato il 14 gennaio 2006 quando però era già funzionante dall’estate (inverno per loro) 2005. L’asilo si presenta ancora molto bene, con quel tetto a forma di piramide verde e le pareti appena ridipinte. All’interno ci sono ancora i disegni dei ragazzi di Milano fatti nel 2005 e dal gruppo scout Verona 3° nel 2013.

Asilo a Mgolole

Lo frequentano circa 130 bambini e, naturalmente, i piccoli ospiti dell’orfanotrofio non sono paganti. L’avevamo pensato soprattutto per loro ma, già da subito, è stato frequentato dai bambini della zona. Ricordo in maniera emozionale il giorno dell’inaugurazione e quella mamma che si è avvicinata a me e ad Anna e ci ha ringraziato. Abbiamo chiesto perché e lei ci disse che suo marito aveva lavorato alla costruzione ed aveva potuto così guadagnare ed ora aveva i soldi per mandare il loro bambino a scuola in perfetta divisa. In Tanzania i bambini non possono frequentare se non hanno, prima, la divisa. Ci eravamo ambedue emozionate ma, per noi che avevamo profuso un intenso impegno tutto l’anno, era il miglior ringraziamento che avremmo potuto ricevere.

asilo di MgololeAvevamo così capito, se già non l’avevamo fatto, come ci ha insegnato Padre Comboni, che è necessario salvare l’Africa con l’Africa, dando lavoro e dignità alle persone. Quindi no qualche spicciolo ai semafori per “lavarci la coscienza”, ma progetti, magari piccoli, ma mirati e sul posto.

Ci siamo poi trasferiti alla scuola primaria, costruita grazie all’appoggio del gruppo di Valeggio che con noi aveva visto gli albori di questa nostra Africa, e purtroppo, dopo soli cinque anni presenta dei problemi a cui si sta dando risposta costruendo, di fronte, delle nuove aule. La scuola comunque funziona ed abbiamo incontrato un gruppo di ragazzi, con il loro professore, che stavano costruendo una buca per farvene una vasca per pesci, in quanto stanno imparando le basi dell’idrocultura. Suor Flora ha promesso loro di comperare il cemento necessario e ne erano felicissimi!

 

Ed ecco, ancora una volta, penso che “le piccole cose” sono quelle che ti mettono in pace con il mondo.

Abbiamo riportato poi i nostri passi lungo l’importante viale dove, in questi anni, sono stati piantati dei begli alberi. Ci sono orti un po’ dappertutto, che ti danno l’idea di un posto curato ed amato. Sosta dalla suora anziana che fa le particole e poi le candele.

 

Mgolole è veramente un villaggio molto organizzato

C’è la stamperia, la stalla con le mucche, i maiali ed orti, orti: Mgolole si autosostiene. E poi c’è la falegnameria, la famosa falegnameria di cui ho già scritto e che ci ha portato per la prima volta qui nel 2002. Penso con tanto affetto e simpatia a Carla, che aveva sponsorizzato questo progetto per ricordare Giorgio, il suo fratello precocemente scomparso.

Nel 2003 gestiva la falegnameria Sister Domina, una piccola ma volonterosa suora che teneva tutto in ordine, pulito e ben organizzato. Tra gli altri vi lavorava Valeriano, un padre di famiglia magrissimo che, scoprimmo poi, abitava in una casa senza tetto! Vi fu una vera gara di solidarietà tra noi per aiutarlo. Tra l’altro, poi, avrebbe perso alcune dita di una mano lavorando con la sega circolare. Non siamo riusciti ad andare a trovarlo questa volta, ma ci siamo raccomandati con le suore perché lo facciano per noi.

Finito il bel giro, via all’orfanotrofio. Mi è sembrato di tornare ai vecchi tempi quando soggiornavamo nella casetta ed ogni momento, ogni scusa, era buona per svignarmela dai bambini!

momenti di gioia a MgololeUn po’ di sana confusione con i palloncini della Onlus e del Re Leone, qualche pippi e qualche chupa chupa “ciucciati” con gusto. Un sorriso, un moccolo sui nostri pantaloni, un sentore di pipì. Tutto regolare al Mgolole Orphanage, gli anni non sono passati ..o forse si?

 

 

 

I bambini sono sempre bambini e ti danno una gioia infinita

Il pensare poi che i nostri sforzi si concretizzano in un traguardo scolastico raggiunto o in un lavoro che possa dare tranquillità e speranza di vita; che altro possiamo chiedere? Si ci sentiamo tutti “mzuri” (felici)!!!

Anche quest’oggi la sera sta distendendo il suo velo e, andando verso la casa generalizia di Kigulunyembe dove ceneremo, intoniamo canti al buon Dio che Sister Flora vuole assolutamente imparare.

Ricordo che a Kigulunyembe eravamo già intervenuti donando – sempre tramite l’amico Benini della Mondialforni – un forno per il pane che ha funzionato per parecchi anni sino alla messa in funzione del nuovo panificio a Morogoro.

Ottima la cena preparata dalle 5 suore che abitano con la nostra Mama mkuu e le omaggiamo con un po’ di gadget donatici dal don. Qualche canto, molte risate e poi, nel buio pesto del luogo, torniamo all’ostello.

L’Africa è l’Africa. È difficile essere razionali, pensare di poter agire come faremmo in Italia. Dobbiamo sempre cercare un altro modo di porci, un rivoluzionare le nostre “strette” idee ma, quanto abbiamo potuto toccare con mano, è servito. Questo è certo è servito e serve!

Ancora una volta…Usiku mwema!