Tanzania 8 – 23 giugno 2017
“Terra Rossa”: Appunti e riflessioni di viaggio a cura di Bruna Danese Piubello
12 giugno 2017
È passata anche la terza notte sotto il meraviglioso, stellato cielo d’Africa, qui ad Usa River. Ormai non ci sentiamo più ospiti ma ci siamo integrati a meraviglia con “Sun of Hope”. Ci pare d’essere qui da molti giorni, salutiamo il contadino Asante, che controlla l’orto, i conigli ed i Kuki. Raccoglie le fresche uova che stamattina le suore e la cuoca ci preparano come frittatine, che noi farciamo con marmellata, arrotoliamo e gnam! Vittorio penso che prima o poi, con tutte quelle bananine, si strafogherà e Nadia allontana da sé i pop corn. Questa mattina verrà il nuovo impresario e tutti noi ci prepariamo pregando e meditando con quanto ci ha preparato il don. Siamo carichi, l’Africa ormai ci ha “ripreso” ed ognuno di noi cerca di fare la sua parte al meglio.
A nostra insaputa, questa mattina sono arrivati anche i responsabili Slow Food, ed in particolare Mrs Helen che ha illustrato a noi ed a Sister Inviolata, la possibilità di lavorare il raccolto mediante lavaggio, attenta asciugatura, essiccatura ed imbustamento dei prodotti. Allo scopo potrà servire un’apposita macchina sigillatrice. Non erano però molto preparati su costi etc., e quindi, la nostra tesoriera, ha chiesto loro di spedire una mail con tutti i dettagli alla Onlus ed a Marcello.
Nel frattempo era già arrivato Mr Mlai l’impresario a cui sarà affidato il contratto per la costruzione della casa delle educatrici, assieme al suo ingegnere, una bella ragazza con un vestito arancio e nero che è piaciuto a noi donne. La Casa per le educatrici servirà per portare “a regime” anche l’Ostello. L’Impresa di Mr Mlai è risultata più concorrenziale rispetto a quella dell’ing. Moses Kawiche e, tra l’altro, le suore hanno già lavorato con lui per la costruzione dell’ostello presso la casa generalizia di Rauya, dove saremo ospitati questa sera.
Con il summit serale ci eravamo preparati per bene appunti ed una lettera “contratto” con i termini di garanzia e l’importo finale. Marcello aveva elaborato un bellissimo progetto, in linea ed armonia con tutto il contesto ed un capitolato di massima che Paolo, il marito di Nadia, aveva minuziosamente tradotto in lingua inglese. Tutto pronto quindi! Silvano, Nadia e Vittorio si sono seduti al tavolo della trattativa.
Io ho girato foto e notizie ad amici e possibili donatori. Ho approfittato poi per scrivere le mie impressioni finali circa questo progetto, che non mi ha vista “protagonista” ma di cui avevo sentito i racconti, visto slide e cartelloni.