Un primo resoconto del nostro viaggio in Tanzania

Tanzania 8 – 23 giugno 2017

“Terra Rossa”: Appunti e riflessioni di viaggio a cura di Bruna Danese Piubello

Gli ultimi giorni del nostro viaggio in Tanzania li abbiamo trascorsi a Zanzibar in un bel villaggio su di una spiaggia caraibica con un mare azzurro cielo.

Tra un bagno di sole e di mare, una passeggiata, un acquisto di tinka-tinka contrattando all’inverosimile, qualche pareo e qualche collanina, c’è stata la voglia e lo spazio per stendere una minuziosa relazione che avremmo consegnato al nostro Consiglio Direttivo.

 

Con lo sfondo di quell’oceano infinito, anch’io ho avuto modo di fare le mie riflessioni

 

È stato un bel ritorno in Tanzania.

È andato tutto bene e di questo ringraziamo il Buon Dio. Il gruppo è stato coeso e molto affiatato. Oserei direi uno dei più belli per me dopo, naturalmente, quello del mio “battesimo africano” nel 2002. Stella cuoca alla missione di MsolwaMi è spiaciuto solo di non essere andata in Valle per ritrovare Stella, la cuoca della missione che ha imparato dai tanti volontari e missionari a cucinare italiano. So che sono state costruite nuove casette per i volontari che hanno sostituito quelle vecchie e malconce dove, sul tetto, sentivamo camminare le scimmiette.

Desinare a tavola con i missionari e sentire i loro affascinanti racconti, guardarli per cercare di scavare in fondo al loro cuore e carpire le motivazioni che li hanno spinti sino lì incuranti anche degli inevitabili rischi che una missione comporta.

Mi è spiaciuto non rivedere l’Health Center di Msange che tanta fatica e lavoro è costata al nostro gruppo.

Ricordo bene come i fondi raccolti durante tutte le nostre meravigliose feste, venivano destinati per la collaborazione con A.B.C.S. dei Padri Stimmatini, per migliorare ed ampliare l’ospedaletto: sono stati costruiti quattro nuovi padiglioni, la cella mortuaria, l’inceneritore, le case per i paramedici, il tutto in un contesto in armonia con l’ambiente. Si era sentita l’esigenza anche dell’acquisto di un fuoristrada ambulanza per il trasporto dei malati con patologie più gravi, che non potevano essere lì trattate, sino all’ospedale di Mikumi o di Morogoro.

 

Ripenso all’impegno profuso per l’organizzazione delle tre annuali feste:

 

  • La più importante, quella per salutare il nuovo anno, organizzata nel 2000 e nel 2001 a Cadellara, bella villa nei pressi di Colognola ai Colli, assolutamente autogestita; e quindi dal 2002 in poi alla Gran Guardia di Verona, con l’importante contributo della Scapin buffet dei fratelli Nicola e Umberto.
  • La festa di Carnevale, organizzata sempre con la collaborazione dei f.lli Scapin;
  • E poi quelle campestri, dove famiglie con bambini erano sempre ben accolte, a Borghetto di Valeggio sul Mincio, a Corte Salandini. E l’ultima nella zona est di Verona dove ci sono molti soci della Onlus che militano nel coro “El Portego”, bravissimo gruppo canoro che nel suo repertorio ha inserito il “Baba Yetu” (Padre Nostro in swahili).

Quanto lavoro. Quante telefonate fatte da Anna.

 

E poi l’aiuto dei tanti amici e volontari perché queste feste potessero tutte essere ricordate con gioia e simpatia

 

 

Mi è spiaciuto non aver potuto riabbracciare Salum, il ragazzo venuto in Italia, a nostre spese, per un’importante operazione al cuore finanziata dalla Regione Veneto.

Ora la nostra Onlus prosegue su questo sentiero con il “Progetto Bambini Cardiopatici” donando speranza ai bambini in Guinea Bissau, in collaborazione con Kibinti Onlus di Milano. Il progetto si realizza accogliendo ogni anno alcuni di questi bimbi qui in Italia, dove vengono operati nel reparto Cardiologia di Borgo Trento e ricevono quindi le cure necessarie per poter vivere.

Il soggiorno per questi bambini prevede l’operazione e la riabilitazione in ospedale assistiti da molti volontari di Voci e Volti, e, prima e dopo questo periodo, la permanenza presso una famiglia che, in modo volontario, apre la sua casa per l’accoglienza di uno di questi bimbi. I piccoli pazienti restano in Italia i mesi necessari per ricevere le cure e l’assistenza indispensabili a seconda dell’intervento a cui vengono sottoposti.

Inoltre, è stata da poco conclusa con successo, grazie anche alla Società sportiva Intrepida che si è profusa nell’organizzazione di un triangolare di calcio ed una cena solidale, dove erano presenti molti ex giocatori dell’Hellas Verona, l’operazione “Cuore Sano Obiettivo 2000 battiti”. Importante raccolta fondi per la prevenzione delle cardiopatie infantili in Guinea Bissau. L’obiettivo della campagna era quello di fare prevenzione per le cardiopatie valvolari a 2000 bambini tra i 6 e i 15 anni, offrendo loro lo screening necessario per l’analisi e la cura di raccolta fondi.

Non essendo andati in visita alla Valle dello Yovi, mi è spiaciuto non visitare i piccoli villaggi della Valle, come Madisini, con il suo capo-villaggio quasi centenario che abbiamo sempre visto con un maxi cappotto color ocra in ogni stagione; o Temeke con i suoi alberi immensi ed i piccoli laboratori di sartoria; dare un po’ di scellini a qualche “mama” con il suo bambino tenuto come il Bambin Gesù. Portare centinaia di ciabattine infradito regalataci dall’amica Dada a Verona; magari fare il giro degli asiletti con Fratel Lino per consegnare i sacchi di riso; far due chiacchere con Elio, lo storico volontario di A.B.C.S. che ha visto passare dalla missione tanti volontari come noi. Far visita alle suore a Mswero 1 e Mswero 2, con le loro coltivazioni di riso ed i bambini che aspettano noi wazungo (uomini bianchi) per una pippi. Sentire poi il nostro amico don Gianfranco celebrare la S. Messa in un improbabile swahili tra i sorrisi delle Sisters quando lui dice di essere il Parroco di Bure. Bure in swahili significa niente!

Sentirci impacciati ed imbarazzati quando s’inchinano davanti a noi perché sanno “che abbiamo portato aiuto.

 

E vorremmo invece gridare a gran voce che l’aiuto sono loro che lo danno a noi

 

Perché ci fanno “respirare” questa vita così semplice e vera che noi abbiamo dimenticato, o forse solo “assopito” nel nostro animo, ci fanno ricordare quando molti problemi e preoccupazioni legate al progresso prima non esistevano e si viveva davvero con l’essenziale senza preoccuparsi di dover sfoggiare ogni giorno un vestito nuovo o di avere a disposizione un paio di scarpe diverso per ogni occasione.

E poi ritornare a far visita alla scuola Bertoni di Msolwa, la terza più importante della Tanzania, costruita dai padri Stimmatini, dove abbiamo contribuito, grazie all’amico Rinaldo Benini della Mondialforni, con un forno per il pane a servizio dei quasi 500 ragazzi che la frequentano. Avere notizie dei 22 ragazzi sostenuti alla scuola superiore, sapere se il nostro contributo è stato importante per la loro vita, se il nostro sogno ha dato forma al loro mondo.

Salire sopra la missione, su di un sentiero ricolmo di fiori, dove Luciano e Maria dei volontari friuliani, negli anni 70 hanno costruito una bella villetta che mettevano a disposizione degli ospiti e da lì ammirare quello spettacolo fantastico che è la valle dello Yovi, la campagna di Kibaoni, la fabbrica per la lavorazione della canna da zucchero.

Salutare i bambini della scuola primaria di Kisanga alla quale abbiamo donato banchi e materiale scolastico, vederli alzare per intonare il loro “Karibuni”; fare un salto nella sartoria dove Vittorio si è fatto fare una carinissima divisa come quella che usano i bambini per andare a scuola. Assistere ad una lunghissima ma affasciante S. Messa, dove il Vangelo viene portato all’altare come un trofeo ed all’offertorio vengono donati caschi di banane, ananas e polli. Sentire il profumo dei meravigliosi ed esclusivi fiori che nascono in quella valle benedetta da Dio. Scrutare il cielo stellato la sera, quando ti sembra quasi di poter toccare le stelle, di poter dipingere le nuvole. L’aria pura e trasparente rende possibile l’osservazione del cielo come in pochi altri luoghi al mondo, offrendo uno spettacolo unico nella sua natura selvaggia; ma come dice Fossati: “….è tempo che sfugge, niente paura, che prima o poi ci riprende…”.

Ostello per studentesse a Mikumi

Mi è spiaciuto tantissimo non essere andata a Mikumi dove, su indicazione di Padre Assuero Stimmatino allora superiore a Msolwa, il nostro gruppo ha costruito un bellissimo Ostello per studentesse – sullo stile del polo a Mgolole – che può ospitare 40 ragazze della scuola superiore che, in difetto, abbandonavano il ciclo di studi perché abitavano anche a 40 kilometri di distanza, che percorrevano a piedi avanti ed indietro.

Rita Levi Montalcini ha, in tutta la sua vita, sostenuto progetti d’istruzione alle donne in Africa perché, sosteneva, che esse sarebbero state la salvezza di quel continente. È per questo motivo che avevamo raccolto quell’invito e ne siamo veramente fieri.inaugurazione 10 ottobre 2010

Il progetto, iniziato con la firma il 14 ottobre del 2008, è stato inaugurato il 10 ottobre 2010 con la presenza del Vescovo di Morogoro, Thelesforo Mkude, che è stato anche ospite in Italia, a Bure, per amministrare le S. Cresime ed a casa nostra per un momento conviviale. Mi è stato raccontato dai volontari scesi prima di noi, che l’Ostello funziona per lo scopo per cui è stato pensato, progettato e costruito. Un altro, piccolo, ma significativo tassello di un grande puzzle in Tanzania del Mtoto Mzuri prima e del Voci e Volti poi.